La notte del 31 Ottobre è sempre una notte speciale perché è la vigilia della solennità di Tutti i Santi.
Noi, giovani e giovanissimi della Parrocchia "San Girolamo" di Castrovillari, l'abbiamo vissuta quest'anno in un clima di luce, gioia e speranza, riscoprendo il seme della santità che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo e riconoscendo che, come disse Papa Francesco, la santità "non è un dono solo per qualcuno, ma una vocazione per tutti".
Grazie alla sinergia tra il parroco, Don Giovanni Maurello; il viceparroco, Don Luca Pitrelli; il diacono, Antonio Paiella e i nostri catechisti, ci siamo messi in cammino a partire dalla chiesa di "San Francesco".
Qui, siamo stati accolti calorosamente da padre Diego Canino che ci ha presentato la figura del santo di Assisi, un giovane rivoluzionario, capace di rinunciare completamente alla ricchezza paterna per scegliere l'umiltà, la povertà e gli ultimi.
La narrazione coinvolgente di Padre Diego, resa suggestiva dal buio della chiesa squarciato solo dal volto illuminato del Crocifisso, ha svelato poi la simbologia dell'abito francescano: i tre pilastri della scelta di Francesco, ha spiegato, sono chiaramente rappresentati nei nodi del cordone, il cingolo, indossato dai Frati: la Povertà che rende liberi, l'Obbedienza che ci fa umili e la Castità che allarga gli orizzonti dell'amore.
Quindi, ci è stato consegnato un sacchetto dove abbiamo conservato un piccolo cordoncino annodato, simbolo della vocazione di san Francesco. Dopo questo primo momento abbiamo ascoltato, dalla voce di una nostra catechista, la storia di Madre Teresa di Calcutta.
Una suora cattolica di origini albanesi che ha trascorso molti anni della sua vita in India al servizio dei più poveri tra i poveri. Ad occhi chiusi, abbiamo visto treni colmi di persone, povertà invisibili e malattie orribili curate con amore e abnegazione. "Io sono una piccola matita nelle mani di Dio", questa frase della piccola suora è risuonata alle nostre orecchie come un sussurro gentile ma insistente, potente monito a non avere paura di essere strumenti nelle mani del Padre. Il sacchetto, così, si è riempito di un secondo simbolo, una matita colorata, un'esortazione ad essere i colori del progetto di Dio.
A concludere questa prima tappa un'ultima testimonianza, ascoltata attraverso la voce di un'altra nostra educatrice che ci ha parlato di un giovane come noi, di nome Carlo Acutis.
Era un ragazzo bravo con i computer, come tanti di noi, che utilizzava, però, questo linguaggio per evangelizzare i suoi stessi coetanei. L'Eucarestia, di cui si nutriva quotidianamente, era la chiave della sua Santità, la sua "autostrada verso il cielo", come amava ripetere. E, così, il sacchetto nelle nostre mani ha continuato a riempirsi, ora, del simbolo più importante: un'ostia. Si sono accese le luci e, con i sacchetti ormai pieni e i cuori colmi di stupore per gli esempi di santità ascoltati, abbiamo proseguito il cammino all'aperto nel centro della città osservando i volti dei passanti e la vita della gente…
Alla fine del cammino, abbiamo raggiunto la nostra Parrocchia dove il parroco ci attendeva sotto la croce per raccogliere le parole belle risuonate dentro i nostri cuori: dono, umiltà, originalità, povertà, eucarestia, resilienza, amore, semplicità, castità. Il momento culminante della serata è stata l'Adorazione dell'Eucarestia, la Vera Luce, fonte di Santità. Nella preghiera silenziosa abbiamo consegnato a Gesù tutti i nostri sogni e il forte desiderio di essere santi.
Infine, nella spensieratezza propria della nostra età, abbiamo condiviso un momento di festa e di convivialità. Un grazie sincero è dedicato a chi ha permesso e organizzato questo cammino.
Grazie a loro, un giorno, potremo dire di essere sempre stati "originali" e non "fotocopie" e di aver compreso che esiste per tutti una chiamata alla Santità, "prima nell'aldiquà e poi nell'aldilà".
Aurora Pia Naitana e Francesco Karol Paiella, in rappresentanza di tutti i giovani della parrocchia.
31 ottobre 2025
© - Adjectives - BDF communication - 2025 - Privacy Policy